Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
March 28th, 2024
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Risposta della Vicepresidente della Giunta Regionale della Toscana

Si pubblica la risposta della Vicepresidente della Giunta Regionale della Toscana al Presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Rispondiamo alla Vostra datata 31 luglio, non appena gli Uffici della Regione sono divenuti completamente operativi, sottolineando in primo luogo che si tratta di una questione di non piccola importanza, su cui riteniamo doveroso e utile fare chiarezza. Come è noto, il progetto, in corso proprio in questi giorni, nasce dalla volontà del Consiglio Regionale, pienamente recepita dalla Giunta e attuata dall'Assessorato alla Cultura. Non è un inizio per la Regione Toscana, che fin dal 2005, primo anno di...
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Università Popolare, Renzo Codarin eletto vicepresidente

Renzo Codarin è il nuovo vicepresidente dell’Università Popolare di Trieste: lo ha eletto all’unanimità, su proposta del consiglio di amministrazione, il consiglio direttivo dell’ente, convocati in sedute straordinarie dopo la recente scomparsa di Manuele Braico. «Una nomina nel segno della continuità e nel ricordo di un amico vero – afferma il presidente dell’Università Popolare di Trieste, Fabrizio Somma – per portare avanti, fino alla conclusione del mandato, il dialogo tra esuli e rimasti come lo avevamo fin qui condotto con Manuele Braico, in piena condivisione con Renzi. Codarin, delegato in cda della Federesuli. Un dialogo costruito da relazioni personali prima che...
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La Regione Toscana ignora i testimoni delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata

Ha suscitato perplessità nella comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati la scelta della Regione Toscana di affidare esclusivamente all’Istituto Storico della Resistenza la formazione dei docenti nell’ambito della Summer school svoltasi in questi giorni come preambolo ad un Viaggio del Ricordo che insegnanti ed alunni svolgeranno nei luoghi delle Foibe e dell’Esodo il prossimo febbraio. Lungi da noi mettere in dubbia l’onestà intellettuale dei relatori, anche se ha destato sconcerto trovare il nome di studiosi che non hanno fatto mistero delle loro tesi giustificazioniste riguardo i massacri delle foibe compiuti dai partigiani nazionalcomunisti di Tito. Già a Milano...
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Bettiza, un giornalista che fece conoscere peculiarità e tragedie della Dalmazia

Fu la sua penna a definire Zara, rasa al suolo dai bombardamenti angloamericani nella Seconda guerra mondiale, “la Dresda dell’Adriatico”; fu il suo libro “Esilio” (Premio Campiello 1996) a contribuire alla conoscenza presso il grande pubblico italiano della Dalmazia multietnica e dell’esodo della martoriata comunità italiana che coinvolse pure la sua famiglia; fu la sua conoscenza diretta nella natia Spalato del feroce comunismo di Tito a condurlo in politica su posizioni convintamente anticomuniste, nel Partito Liberale prima e nel Partito Socialista craxiano in seguito: questo e molto altro fu Vincenzo Bettiza, giornalista, scrittore e politico morto all’età di...
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Addio a Enzo Bettiza

Giornalismo in lutto per la morte di Enzo Bettiza. Lo rende noto La Stampa, di cui era editorialista e commentatore politico. Aveva 90 anni. Bettiza era nato a Spalato nel 1927. Dopo gli inizi al settimanale Epoca, fu corrispondente per La Stampa da Vienna e da Mosca, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Passò poi al Corriere della Sera per il quale lavorò, sempre come corrispondente dall'estero, per dieci anni. Con Montanelli ha fondato Il Giornale, di cui è stato condirettore dal 1974 al 1983. E' stato anche direttore del Resto del Carlino e della Nazione. Grande esperto di politica estera, e in particolare delle vicende dei Paesi mitteleuropei, è stato anche senatore della...
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Istria e Italia: un secolo di amore

“Due volte italiani: una volta per nascita. Una volta per scelta”. Quante volte abbiamo sentito o detto con ammirazione questa frase parlando degli esuli? Perché essere italiani significa rispettare la nostra Patria. Dare quel che si può, e a volte anche di più, per Lei e per i suoi figli che sono nostri fratelli. Quando seppero del terremoto della Marsica – 13 gennaio 1915 – Nazario Sauro e gli altri fuoriusciti accorsero ad aiutare. Perché non si può essere italiani senza amare la propria comunità. Quante volte abbiamo sentito o ci siamo detti “perché non siam Popolo, perché siam divisi”? Troppe. Eppure il nostro inno prosegue con “Raccolgaci un’unica...

“Nave che mi porti sulla rotta istriana”

Note e identità. Quella più profonda, quella che definisce l’essenza stessa dell’essere italiani. Quella che diversi musicisti alternativi – o, appunto, identitari – hanno tradotto in canzoni dedicate agli italiani di Istria e Dalmazia. Tra loro innanzitutto la Compagnia dell’Anello, che ha scritto brani che non sono solo parole, ma poesia delle radici in un’Italia che ha dimenticato l’esodo e la sofferenza patita da migliaia di connazionali. “Noi per primi – dice Mario Bortoluzzi, voce e componente storico del gruppo, in un’intervista a Barbadillo.it – anche per motivi di vicinanza culturale e geografica, abbiamo contribuito a ricordare il dramma delle foibe e...
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Alpini sulle vette e negli abissi della Venezia Giulia

  Le Penne nere hanno scritto sul confine orientale italiano epiche pagine, tra le quali le esplorazioni di Mario Maffi nelle foibe. Risale al 1872 la costituzione degli Alpini per presidiare valichi e vallate di confine con arruolamenti su base locale, in maniera innovativa per il Regio Esercito. Prendendo, infatti, a modello i Landesschützen tirolesi ed i precedenti risorgimentali dei Volontari Cadorini, capaci di dare filo da torcere agli asburgici nel 1848 sotto la guida di Calvi, e dei Cacciatori delle Alpi garibaldini, lo Stato Maggiore comprese che un possibile teatro di guerra come quello alpino necessitava di una perfetta conoscenza del territorio. I valligiani,...
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Storia dell’irredentista Giovanni Randaccio

Caduto in battaglia il 28 maggio 1917, fu al centro della liturgia dannunziana durante l’avventura fiumana. Due mesi dopo aver preso possesso di Fiume, Gabriele d’Annunzio destò nuovamente preoccupazione e scalpore nella classe dirigente liberale italiana: con una flottiglia di navi della Regia Marina, che avevano disertato per sostenere il suo sforzo finalizzato all’annessione del Carnaro all’Italia, il Vate si presentò a Zara, capoluogo di quella Dalmazia che il Patto di Londra del 1915 assicurava a Roma e che in quell’autunno 1919 invece sembrava destinata a far parte del neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. In attesa delle decisioni della Conferenza di Pace...