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April 19th, 2024
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Castelsardo

FederEsuli: solidarietà con la popolazione della Sardegna

Da Trieste verso la Sardegna un messaggio di solidarietà del Presidente di FederEsuli, Renzo Codarin, che raccoglie la testimonianza di preoccupazione e partecipazione di tanti esuli che conoscono la realtà sarda per tutta una serie di esperienze di vita. In Sardegna, infatti, nella località di Fertilia, si è insediata nel dopoguerra una comunità di giuliano-dalmati. Ma la solidarietà va a tutti, espressa nella nota in cui si legge: “La Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati esprime fraterna solidarietà alle popolazioni della Sardegna colpite da una eccezionale e rovinosa ondata di maltempo, che ha causato la perdita di tante vite umane e danni enormi ad una terra amata da tutti gli italiani.

Molti esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia hanno trovato rifugio in tutte le città della Sardegna negli anni del dopoguerra, accolti con affetto dalla popolazione e con la tradizionale ospitalità delle genti sarde. Ancora oggi una prospera e attiva comunità di ex-profughi giuliano- dalmati e dei loro discendenti vive a Fertilia, nel plurilingue Comune di Alghero, ove hanno conservato la loro identità e il loro dialetto istro- veneto. Nel costruire quella borgata abbandonata e averla animata per decenni gli esuli hanno ritrovato serenità, sicurezza e dignità di se stessi e un mare altrettanto bello di quello delle terre natali di oltre Adriatico. Anche per questo un particolare legame di solidarietà e di riconoscenza unisce i giuliano- dalmati alle genti sarde delle località colpite dal violento nubifragio”. Fertilia venne raggiunta nel 1946 da alcuni pescatori a bordo dei loro pescherecci partiti da Chioggia ed arrivati in Sardegna circumnavigando l’Italia. Genti temerarie e forti che a Fertilia trasformarono ciò che restava del tentativo di Mussolini di costruirvi una cittadina, in una località bella da viverci, laddove c’era la palude crebbe una campagna ricca, buona per coltivarci le viti. I sardi sentirono gli istriani vicini e molto simili per l’attaccamento alle tradizioni e l’amore per il lavoro, caratteristiche che ora li aiuteranno a superare il trauma di questi terribili giorni. (rtg)

L’Osservatore Adriatico