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ANTICHE MUSICHE SACRE E PROFANE DI DIGNANO D’ISTRIA

ANTICHE MUSICHE SACRE E PROFANE DI DIGNANO D’ISTRIA

Autore: Luigi Donorà
Anno di pubblicazione: 1997
Casa editrice: Collana degli Atti - Centro di Ricerche Storiche - Rovign

Introduzione Questa mia ricerca sulle "Antiche Musiche Sacre e Profane di Dignano d'Istria" ha avuto inizio intorno agli anni Sessanta e si è protratta fino al mese di settembre 1989. La raccolta di queste musiche è stata possibile grazie alla collaborazione diretta coi più vecchi e meno vecchi Dignanesi che le hanno trasmesse a noi oralmente. Il mio lavoro è stato, in un primo tempo, quello di registrare su nastro magnetico ali musiche ed, in un secondo tempo, realizzarne pazientemente la trascrizione in notazione su pentagramma. Il magnetofono - sia ben chiaro - non va considerato soltanto come un supporto per le successive trascrizioni sulla pagina scritta dei canti e delle musiche rilevate. La trascrizione in notazione musicale è un ausilio necessario per l'analisi e per la “comprensione dei documenti". I nastri originali costituiscono una insostituibile documentazione del patrimonio della cultura tradizionale dignanese. Copia di tutto il materiale qui catalogato e registrato è stato depositato presso Archivio Etnico Linguistico-Musicale della Discoteca di Stato di Roma e può essere consultato per finalità di studio. Registrare queste musiche è stato l'unico modo per possederle, conservarle e tramandarle nel tempo. È stato questo l'unico modo per conoscerle, analizzarle e proporle per gustarne il loro sapore arcaico, la loro poeticità e il loro fascino legate, come sono, alle nostre antiche tradizioni e al nostro vissuto. Nel raccogliere queste musiche sono stato mosso da un doveroso impegno artistico, morale e sociale di un ricupero di musiche che, diversamente, sarebbero andate inevitabilmente perdute. Per questo ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato: familiari, parenti ed amici con i quali ho avuto modo di lavorare sia a Torino che a Roma e in altre città, in occasione di raduni e di incontri che, in qualche modo, ci hanno consentito di ricordare la nostra Dignano, la sua gente e le sue tradizioni. Per non far torto a qualche persona che potrei dimenticare, rinuncio a un elenco e dico a tutti: grazie. Questa raccolta è l'unica del genere ; non mi risulta ne esistano altre, riguardanti la musica sacra di Dignano, mentre per le musiche profane esiste una raccolta in due volumi di Giuseppe Radole (con un ampio numero di trascrizioni musicali), le cui melodie provengono - come nota l'etnomusicologo Roberto Starec - dai centri meridionali istrioti. Ed ecco in breve una nota sulle musiche pervenutemi per iscritto, cioè, sulle "Polifonie Sacre Popolari" e sui "Manoscritti Musicali" rinvenute nel Duomo di Dignano d'Istria. La raccolta delle "Polifonie Sacre Popolari" fa parte di un manoscritto in un unico esemplare, custodito nel Duomo, che ho scoperto in occasione di una mia visita fatta nell'agosto del 1973. Sapevo delle tradizioni musicali e delle esecuzioni polifoniche che si effettuava¬no nel Duomo nella ricorrenza delle feste dell'Anno Liturgico. Mettendo mano alle carte degli archivi, ho trovato queste musiche che mi sono premurato di trascrivere per portarmele a Torino, dove, nel 1974, ho operato una revisione delle partiture. Si tratta di composizioni vocali, inedite, di genere sacro, di autori anonimi del tardo Ottocento musicale italiano. Esse rivelano un carattere popolare ed una struttura formale molto semplice, tranne la MESSA, composta a frammenti. Tutti i brani polifonici sono scritti per tre voci maschili, tranne il Miserere, scritto per quattro voci miste. Mi pare che queste musiche non siano prive di un certo interesse. Importante è l'aspetto della poli vocalità "carattere essenziale dei procedimenti esecutivi per larghissima parte del repertorio istro-veneto". Qualche anno più tardi, cioè nel 1989, quando ritornai a Dignano (poi a Pola), per tenere un concerto ed una conferenza in entrambe le cittadine, in occasione del 60mo della morte del nostro illustre compositore Antonio Smareglia, ebbi modo di incon¬trare don Mario Jelenic, parroco del Duomo di Dignano, che mi promise e mi inviò, dopo poco tempo, alcuni manoscritti musicali  che avevo scoperto tra le carte dell'archivio del Duomo, perché io li studiassi. Da un'analisi fatta sulle "carte" dei cinque Manoscritti, posso dedurre che si tratta di musiche chiesastiche del tardo Settecento. Tale ipotesi di datazione si può rilevare, sia dal tipo di carta (a mano) ingiallita: undici fogli in formato 23 cm per 31, ed uno, 20 cm per 27, scritti con tratti ora spessi, ora sottili e chiari e, naturalmente, dal rilievo di certi stilemi musicali caratteristici di quell'epoca. Le musiche in questione sono parti staccate di ben quattro Messe diverse tra loro, scritte da copisti diversi e di autori anonimi. Un'unica parte, quella del Miserere è scritta a tre voci maschili, incomplete nel testo. Scorretta si presenta la parte dei bassi, dovuta ad errori di copiatura. Solo di questa composizione è stata possibile una revisione ed una trascrizione della partitura, mentre le parti delle Messe restano parti a sé stanti. Questo lavoro, frutto di una intensa e lunga attività di ricerca storica e musicolo¬gica, vuole essere una testimonianza da lasciare in eredità alle future generazioni di quella che è stata la ricchezza della tradizione liturgica del Duomo di Dignano d'Istria. Per raccogliere questa preziosa musica, oltre all'apporto della mia esperienza, ho rintracciato, nel corso degli ultimi anni, sacerdoti e persone anziane, registrando tutti quei canti in stile "patriarchino" che un tempo essi stessi cantavano nelle solennità religiose. Luigi Donorà

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