Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
November 9th, 2024
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Biagio di Giorgio da Traù

Professione: Pittore
Luogo: Dalmazia
Autore: Autore Sconosciuto

Nato a Traù, morto a Zara, fu attivo in Dalmazia, membro della Confraternita dello Spirito Santo di Traù, autore di quattordici dipinti, tutti di carattere religioso. Fu a lungo sconosciuto, fino al momento in cui in una chiesa di Bua si trovò un polittico e la sua firma: fu così che il maestro di Traù tornò alla luce e suscitò l’attenzione degli storici dell’arte. Per la ricostruzione della sua biografia si fece ricorso agli studi stilistici delle sue opere, ad alcuni documenti comunali, e al suo testamento, composto nell’aprile 1448, e aperto nel maggio 1450. Da questi, Biagio risulta proveniente da una famiglia di origini modeste, che durante la vita avrebbe collaborato con l’aristocrazia di Traù, Zara e Ragusa. La sua formazione artistica sarebbe cominciata a Traù (nel 1412 fu incaricato di decorare la volta dell’altare maggiore di San Francesco a Spalato), e continuata a Venezia, dove avrebbe avuto per maestro qualche pittore marchigiano. Dopo gli studi a Venezia tornò a Ragusa dove rimase per ben sei anni (1421-27), alloggiò in una casa del comune dove aprì probabilmente una bottega per la formazione dei pittori locali; seguirono soggiorni e l’esecuzione di polittici a Traù e a Curzola, ed infine si stabilì a Zara, dove morì negli ultimi mesi del 1449, e fu sepolto nella chiesa di San Francesco, in abito francescano. Nel testamento lasciò una somma a Traù e a Zara per la realizzazione delle mura, per l’ospedale e per la chiesa. Oggi si è certi che realizzò quattordici quadri, ma quante altre opere anonime, almeno per ora, possano essergli attribuite, delle molte esistenti in diverse parti ella Dalmazia, non è possibile dire. Opere I tre polittici di Traù, quelli di Curzola, Bua e Sebenico, due Crocifissi a Spalato e a Stagno, la Madonna del Roseto di Ragusa (chiesa di San Giorgio a Boninovo), una Madonna col Bambino di Casa Cippico (Traù), un’altra a Sebenico (ora al Museo), la Madonna del Castello di Zara e le miniature di Traù.. Attribuzioni Criterio fondamentale per l’attribuzione ritenuta certa dei quadri non firmati sono l’unità, l’omogeneità stilistica, che segnano un’evoluzione. Storicamente si riconosce in lui lo spirito riformatore del gotico fiorito presente nel colore (è chiara la base veneziana della sua arte), nel drappeggio e nella tendenza al ritratto, c’è anche un autoritratto tra i personaggi miniati nella mariegola di Traù. Rimane anche qualche traccia di bizantinismo, che unifica e confonde la volontà di diversificazione fisionomica. Ci sono delle affinità delle sue opere con quelle di Zanino di Pietro, attivo a Venezia, Jacobello del Fiore e affreschi gotici di Gentile da Fabriano.