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October 4th, 2024
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Cdm Vola Colomba Venezia 2

“Vola colomba”, il docufilm del ritorno dell’Italia a Trieste

Dio del Ciel, se fossi una colombaVorrei volar laggiù dov’è il mio amorChe inginocchiata a San GiustoPrega con l’animo mestoFa che il mio amore torni, ma torni presto […]

Così cantava Nilla Pizzi nel 1952 e vinceva il Festival di Sanremo con la canzone Vola colomba, il cui testo fin dall’incipit era un evidente riferimento alla situazione di Trieste che teneva col fiato sospeso tutta Italia. Non si era costituito il Territorio Libero di Trieste previsto dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 e pertanto nel capoluogo giuliano proseguiva il Governo Militare Alleato, mentre nella Zona B (distretti di Capodistria e di Buie) l’amministrazione militare era pertinenza della Jugoslavia comunista.

Gli scontri di piazza del novembre 1953 per l’italianità di Trieste con 6 morti e decine di feriti portarono ad un’accelerazione nella trattativa diplomatica ed il Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954 determinò che il successivo 26 ottobre l’amministrazione italiana sarebbe subentrata a quella angloamericana nella Zona A, mentre l’amministrazione civile jugoslava avrebbe preso il posto di quella militare nella Zona B. A queste vicende e al contesto sociale e politico triestino e nazionale dell’epoca è dedicato il documentario “Vola colomba”, realizzato da Venice Film con la collaborazione di RAI Documentari, Ministero della Cultura, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata, FVG Film Commission e Comune di Trieste e presentato allo spazio della Regione Veneto all’81° Festival del Cinema di Venezia.

«Già il 27 settembre in seconda serata su Rai 3 sarà possibile vedere questo documentario che porterà all’attenzione del grande pubblico la ricorrenza dei 70 anni del ritorno dell’Italia a Trieste – ha anticipato Fabrizio Zappi, direttore di Rai documentari – La storia del confine orientale italiano è ampia e complessa, ce ne occuperemo ancora con ulteriori nuovi documentari»

E sul crescente interesse multimediale per le vicende della frontiera adriatica ha espresso soddisfazione il Presidente dell’ANVGD e della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati Renzo Codarin: «Ha aperto la strada Red land – Rosso Istria, anche questo prodotto da Venice Film e passato ormai regolarmente in televisione dalla Rai in occasione del Giorno del Ricordo. Dopo le foibe, l’esodo con La rosa dell’Istria, che quest’anno ha avuto un ottimo indice di ascolto. Siamo stati lieti di affiancare il produttore Alessandro Centenaro in questo nuovo progetto e ringraziamo la Rai per l’attenzione crescente che ci sta dedicando»

Il narratore del documentario è il giornalista Toni Capuozzo, contribuisce all’inquadramento storico Paolo Mieli, Bruno Pizzul racconta i suoi ricordi e c’è la testimonianza di Italia Giacca, componente dell’Esecutivo nazionale ANVGD giunta a Trieste esule dall’Istria e testimone di quelle giornate entrate nella storia: «Ero compagna di scuola di Pierino Addobbati, figlio di esuli dalmati e vittima degli scontri avvenuti davanti alla Chiesa di Sant’Antonio il pomeriggio del 5 novembre 1953 – ha ricordato commossa la responsabile ANVGD del Veneto – Il 26 ottobre 1954 c’era una gioia incontenibile in Piazza Unità a Trieste vedendo arrivare i soldati italiani, ma per noi esuli istriani, che eravamo già migliaia a Trieste, c’era anche l’amarezza di sapere che nel frattempo la Zona B diventava sempre più jugoslava»

Alessandro Cuk (critico cinematografico e presidente del Comitato ANVGD di Venezia) ha evidenziato che un valore aggiunto del documentario è rappresentato dall’utilizzo di immagini inedite: «Mentre facevo un documentario sul pugile Tibero Mitri ho scoperto un archivio negli Stati Uniti in cui c’erano tanti cinegiornali dedicati a Trieste durante il Governo Militare Alleato – ha specificato il regista Renzo Carbonera – Oltre alle immagini dell’Istituto Luce che ormai tutti conosciamo, ci saranno quindi nuovi spezzoni che ci mostreranno la prospettiva americana»

Lorenzo Salimbeni