La citta marinara
La storia di Isola inizia nel quinto secolo quando un gruppo di aquileiesi, terrorizzati dalla calata dei barbari, si rifugiano su questo scoglio e costruiscono una prima cinta di mura di difesa. Nel 1280, è circondata da imponenti mura e controllata dai veneziani.
Sorge a soli 7 km da Capodistria ed è la città dei canottieri per antonomasia, quelli da medaglia d’oro. Nella prima metà del Novecento, in lizza con Capodistria, la città marinara seppe creare equipaggi di rematori che si guadagnarono un posto nel paradiso dei campioni d’Italia. Situata su un isolotto collegato alla terraferma da una stretta diga, Isola è un attivo porto di pesca e centro della lavorazione del pesce. Questa sua vocazione ha vissuto alterne vicende, legata al cambio dei confini e delle bandiere ma non è mai venuta meno. Simbolo della città è una colomba che stringe nel becco un ramoscello d’ulivo.
Il nucleo storico è un dedalo di strade e piazzette sulle quali s’affacciano alcuni bei palazzi, come quello della famiglia Besenghi degli Ughi. Costruito fra il 1775 e il 1781, è ornato sulla facciata da stucchi ed inferriate rococò. Rappresenta uno dei più begli esempi di edificio tardogotico lungo questa costa. Oggi è sede della Comunità degli Italiani che qui svolge tutte le sue attività culturali, dalle conferenze, ai concerti, agli spettacoli. Ma lungo la passeggiata nel centro storico si incontrano anche altri palazzi importanti come il Municipio del ‘500, oppure Palazzo Lovisato o ancora Palazzo Manzioli, un edificio gotico veneziano del 1470, con preziose finestre gotiche e una facciata di colore rossiccio.
Alcuni ancora in buono stato di conservazione, altri in attesa di necessari restauri. Non lontano dal Porto è sorto anche un grande marina per imbarcazioni da diporto con banchine e ormeggi e tutte le strutture necessarie a favorire lo sviluppo dei servizi in questo campo. Si assiste così ad un adeguamento della passione marinara degli isolani alle esigenze della nuova economia.
Isola era conosciuta nel passato, oltre che per la marineria per le sue primizie e la frutta. I campi coltivati sono stati in parte trasformati in moderni quartieri della città nuova che s’allarga alle spalle del nucleo antico.
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Pietro Coppo
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