Parenzo oggi è conosciuta, prima di tutto, come località turistica, anche se è il suo nucleo antico, con il distacco delle località prescelte dalla storia, a determinarne l’incredibile attrazione ed ammirazione. Nonostante la pittoresca presenza di negozi e luoghi di ristoro, le sue strade lastricate ed i suoi monumenti parlano il linguaggio universale della cultura patrimonio dell’umanità. Una curiosa credenza fa derivare il nome di Parenzo dal troiano Paride, che la chiamò Paridium mutato poi dagli Italici in Parentium.
Sorge su una penisola, protetta dai marosi dall’isola di San Nicolò che taglia l’orizzonte e come una diga naturale, chiude il porto. Ma Parenzo affascina soprattutto per l’unità urbanistica, risultato dell’intrecciarsi di diversi periodi storici: la città romana con le lapidi e le iscrizioni; quella bizantina con la Cattedrale; la medievale con le torri e le mura; e infine la città veneziana con splendidi esempi di gotico fiorito. Lo stemma del Comune porta la corona sopra lo scudo bianco e rosso ed il Consiglio ed i suoi membri avevano titolo nobiliare proprio in virtù del fatto che Parenzo fosse sede di vescovado ed antico municipio romano.
A pochi chilometri dal centro si aprono incantevoli baie sabbiose ma anche l’immediato entroterra è molto piacevole: vi prosperano rigogliosi vigneti, frutteti, uliveti e fitte pinete.In pochi minuti d’auto si visitano scavi archeologici d’epoca romana,antichi castellieri istriani, costruiti in cima ai colli, abbazie silenziose.
Passeggiando lungo Cardo e Decumano
Abitata già in epoca preistorica, Parenzo diventa castrum romano nel II secolo a.C. La via principale che taglia in due il centro mantiene l’antico nome di Decumano. In piazza Marafor (derivante probabilmente da Foro di Marte) si trovava il foro di cui rimangono i resti di due templi, il meglio conservato è quello dedicato a Nettuno. Dopo Roma, Parenzo passa sotto il dominio dei Goti e, nel VI secolo, di Bisanzio che lascia in testimonianza un meraviglioso gioiello: la Basilica del vescovo Eufrasio sorta su una chiesa preesistente adiacente al luogo dove venne martirizzato San Mauro, il primo santo istriano, che testimonia e fissa un momento importante dello sviluppo del cristianesimo in questo territorio. Il complesso è uno dei più importanti monumenti d’arte bizantina di tipo ravennate dell’Adriatico, mirabile per la qualità dei mosaici ottimamente conservati, oggi nell’elenco dei siti tutelati dall’UNESCO. La navata centrale e l’abside lasciano letteralmente a bocca aperta: l’oro dei mosaici riflette la luce che entra dalle finestre laterali, l’80 per cento delle tessere – risalenti al VI secolo – sono originali. Nell’ambito del complesso della Basilica Eufrasiana, è stato restaurato l’antico Vescovado. Sono stati portati alla luce, ed esposti in una mostra permanente, una serie di mosaici di grande valore. Ma, di particolare interesse, soprattutto alcuni strati sovrapposti della strada romana e poi medievale che indicano chiaramente la posizione della Porta a Mare che chiudeva il Cardo.
Una parte del cortile rivela l’esistenza di una Domus, probabilmente il luogo dove venne martirizzato San Mauro, il piccolo Santo istriano. Sul luogo del martirio è visibile il pesce riprodotto con le tessere del mosaico a simboleggiare la fede in Cristo.
Nel secolo XIII Parenzo, dopo un periodo di autonomia, divenne possedimento veneziano assumendo quella tipica aria veneta che tutt’oggi conserva.
Le torri veneziane, infatti, sono ancora visibili. Di grande impatto soprattutto quella di forma pentagonale che apre sulla via Decumana. Le vie laterali sono strette e curvate a schiena d’asino, per lasciar passare il fresco maestrale d’estate ma non il vento freddo d’inverno, come poche se ne vedono in Istria. Tutto il centro è un susseguirsi di case patrizie in stile gotico veneziano e barocco.
Chi vuole approfondire la storia della città dovrà far tappa al Museo Palatino, che s’apre sul Decumano, dedicato soprattutto all’archeologia romana e paleocristiana anche con i preziosi reperti venuti alla luce nel corso di scavi recenti in pieno centro città.
Piazza Marafor, dove un tempo era il foro romano, è un piazzale alberato tra antichi edifici. Qui sono state conservate alcune belle case gotiche. Isolata, al n. 1, è un’antica abitazione di origine romanica. Dal Marafor, verso il mare, si sbuca in un giardino con pini marittimi secolari.
La passeggiata continua lungo la riva e l’ampia banchina del porto, sempre animata.
Da vedere inoltre:
Palazzo della Giunta provinciale del 1923 (sulle rive). Il duecentesco cenobio o convento dei Minori Conventuali dell’ordine dei Francescani con la Chiesa romanico-gotica di San Francesco; Chiesa di Santa Maria degli Angeli (fuori le Mura).