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L’influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965)

L’influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965)

Autore: Francesca Rolandi
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La sera di giovedì 16 giugno è stato presentato al book caffe “Dnevni boravak” di Fiume il libro di Francesca Rolandi Con ventiquattromila baci. L’influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965) (Bononia University Press, Bologna 2015, pagg. 195, euro 25,00). Insieme all’autrice sono intervenuti Carla Konta, Andrea Roknić Bežanić e Vanni D’Alessio, tutti della Facoltà di Filosofia dell’Università di Fiume. La tesi del volume è che la sistemazione provvisoria della questione confinaria, avvenuta con il Memorandum di Londra nel 1954, fu la premessa per una fioritura di rapporti culturali tra Italia e Jugoslavia, caratterizzate da diversi sistemi politici e fino ad allora divise da un aspro scontro territoriale. L’influenza della cultura di massa italiana nel paese confinante rappresentò un filtro che permise il trasferimento di fenomeni culturali di matrice occidentale, già addomesticati in un contesto che li rendeva meno controversi e più accettabili agli occhi delle autorità jugoslave. I crescenti contatti, resi possibili in particolare dall’apertura del confine, contribuirono in modo determinante alla formazione di una cultura di massa jugoslava, specie in un decennio, come quello dal 1955 al 1965, di grande apertura per la Jugoslavia socialista. Così il festival di Sanremo, le canzoni di Adriano Celentano e Rita Pavone, le coproduzioni, le trasmissioni Rai riprese dalla nascente televisione locale, oltre alla popolare pratica degli acquisti a Trieste, permisero al pubblico jugoslavo di familiarizzarsi con l’Italia, fino a costruire un senso di vicinanza culturale, pur non privo di problematicità. Un’Italia immaginata che poco aveva a che fare con quella reale, ma che rispecchiava le aspettative che gli jugoslavi avevano per il proprio futuro e che collocavano temporaneamente oltre il confine. Francesca Rolandi ha conseguito il dottorato in Slavistica presso l’Università di Torino con una tesi sull’influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia. Nel 2014 è stata insignita del premio “Vinka Kitarović”. Oggi è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Fiume.

L’Arena di Pola, 1 agosto 2016

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