Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
April 20th, 2024
+39 040 771569
info@arcipelagoadriatico.it

Giovan Francesco Biondi

Professione: Romanziere e storiografo, agente segreto
Luogo: Dalmazia
Autore: S. P. Novak;Francesco Semi

  Giovan Francesco Biondi (1572 Lésina - 1644 Aubonne, Berna, Svizzera) Scrittore e diplomatico di famiglia dalmata, nacque sull’isola di Lesina nel 1572. Ancora giovanissimo si trasferì a Padova e poi a Venezia, dopo aver terminato gli studi, nel 1605. Qui strinse amicizie con personaggi del calibro di Sarpi, Ghetaldi, Galilei, de Dominis e Henry Watton. Quest’ultimo era un ambasciatore inglese con cui condivise molteplici interessi letterari e giuridici, e che ebbe un ruolo decisivo nella sua vita. La carriera diplomatica di Biondi iniziò a Parigi, dove per conto della Repubblica di San Marco svolse una serie di compiti che dovevano portare al convincimento di Enrico IV nel dare appoggio a Venezia nella resistenza alle pretese di Paolo V. A Venezia però sorsero delle difficoltà e Biondi fu costretto a farvi ritorno. Iniziò ad interessarsi alle scritture di Sarpi, che lo portarono a stretto contatto con le correnti protestanti contemporanee. Successivamente, tramite Sir Watton, venne ingaggiato al servizio della corte di re Giacomo I, che nel giro di poco tempo lo fece diventare gentiluomo di camera e poi cavaliere. Dopo una serie di impegni segreti e incontri confidenziali per conto della reggenza di Giacomo I, prese in moglie una dama di corte della Regina Anna. Il matrimonio mise fine alla sua carriera diplomatica. Biondi, oltre ad aver avuto funzioni da vero e proprio agente segreto, fu anche un famoso romanziere, nell’arco di un decennio scrisse una trilogia di romanzi intitolati: l'Eromena (1624), La donzella desterrada (1627), il Coralbo (1632), nei quali diversi personaggi erano modellati sulle esperienze di vita del loro autore. Così per esempio, il re illirico Ormondo, protagonista del primo romanzo della trilogia, regala la libertà agli abitanti del suo regno, a condizione che imparino la lingua illirica e la tramandino ai loro figli, e dopo avventure e amori, ormai vecchio torna all’isola paradisiaca, di nome Faria (Lesina, in greco Pharos). Particolare anche la vicenda del principe arabo Coralbo, ribelle nei confronti delle tradizioni del suo paese, tredicenne se ne va di casa per girare il mondo. I romanzi di Biondi non furono apprezzati dai critici del tempo, tuttavia, successivamente furono tradotti in più lingue e decretarono il successo dell’autore. In particolare furono fortunatissime le traduzioni in inglese, francese e tedesco. La trilogia però non fu portata a termine: il Coralbo rimase incompiuto perché Biondi iniziò ad interessarsi ad altri lavori. Tra il 1637 e il 1644 venne presentata a Venezia l’Istoria delle guerre d’Inghilterra fra le due case di Lancaster e di York, di Sir Francis Byondy, dedicata a re Carlo I, tradotta successivamente in inglese e distribuita a Londra. Qui Biondi si presentò come cittadino del mondo a cui erano estranee tutte le esaltazioni nazionalistiche, rivelò un pronunciato senso per la sintesi storica e dichiarò apertamente di essere un simpatizzante della monarchia assolutistica. Troppo legato a questa, in seguito agli scontri tra il Re e il Parlamento, dovette abbandonare l’Inghilterra e stabilirsi in un possedimento della moglie in Svizzera, ad Aubonne. Qui, trascorse l’ultimo periodo della sua vita. Biondi morì nel 1644, egli stesso lasciò indicazioni per ciò che doveva essere scolpito sull’epitaffio della sua lapide: una frase nella quale egli si dichiarava felice di essere un discendente dei Re illirici.