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October 5th, 2024
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Palazzo Di DIocleziano

Consolati di Capodistria e Spalato a rischio di chiusura

Reazioni a catena alla notizia della prossima chiusura del consolato generale d’Italia a Capodistria e di quello di Spalato. Le due rappresentanze diplomatiche, infatti, dovrebbero essere chiuse alla fine di quest’anno. La notizia è stata confermata anche dal console generale d’Italia a Capodistria, Maria Cristina Antonelli che si è insediata nel capoluogo del Litorale solo a inizio anno, dopo che la gestione Terzi di Sant’Agata della Farnesina aveva scongiurato la già paventata cessazione.
Capodistria e Spalato rientrano nelle misure imposte dalla Farnesina sotto la gestione Bonino che si prepara ad una riorganizzazione delle rappresentanze consolari puntano verso l’Oriente dei nuovi mercati con sedi diplomatiche in Turkmenistan, in Cina, perfino in Vietnam. Vale a dire in Paesi dove gli investimenti in termini di risorse dedicate alla politica estera risultano più fruttuosi. In contemporanea, però, non potendo aumentare le risorse di budget e di personale (attualmente il ministero conta un terzo dei diplomatici rispetto alla Francia, un quarto rispetto alla Gran Bretagna, la metà delle risorse umane complessive rispetto alla Germania), si avviano alla chiusura altre quattordici sedi tra ambasciate e consolati. Una riorganizzazione della rete consolare, allo studio da tempo, che numeri alla mano non piace molto ai parlamentari eletti all’estero. Divisi i parlamentari nell’FVG, tra chi plaude la chiusura e chi invece intende impegnarsi per sostenere la presenza dei consolati nelle due località. Divise anche le associazioni degli esuli che sostengono la protesta di chi intende mantenere i consolati, altre invece plaudono la chiusura.
Anche i consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia Rodolfo Ziberna (PDL) e Bruno Marini (Gruppo Misto-Forza Italia) sono intervenuti dopo la ventilata chiusura dei Consolati generali d’Italia a Capodistria e Spalato.
“Le sedi diplomatiche – hanno precisato i consiglieri regionali – non hanno solo lo scopo di tutelare interessi economici, certamente crescenti in Oriente, ma anche e soprattutto interessi storici e culturali legati alla presenza di una forte comunità di italiani in Slovenia e Croazia, che oggi non sarebbe più tutelata nella stessa misura di prima. L’allora Ministro degli Esteri Giulio Terzi – hanno rammentato – aveva fornito precise assicurazioni solo alcuni mesi fa al Presidente della Regione Renzo Tondo circa il rinvio di ogni misura soppressiva di dette sedi diplomatiche. Proprio l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea – sostengono Ziberna e Marini – fa supporre un incremento della presenza di italiani, sia per ragioni turistiche che economiche, attratti anche dalla presenza di una nostra forte comunità italiana capace di agevolare detti interessi economici e va altresì rilevato che il ruolo delle nostre rappresentanze diplomatiche in Slovenia e Croazia non possono assolutamente essere equiparate alla maggior parte di sedi nelle altre località del mondo”.
Partendo da queste considerazioni, i due consiglieri, hanno presentato una interpellanza alla Presidente della Regione Debora Serracchiani per sollecitarla ad intervenire presso il Ministro degli Esteri Emma Bonino per chiedere innanzitutto un rinvio di ogni provvedimento e per proporre, ma solo in subordine, che vengano adottate misure che consentano di limitare i danni alla nostra Comunità nazionale attraverso una presenza comunque di una sede diplomatica, con personale ridotto ed operante come articolazione periferica di Lubiana e di Fiume, fruendo di Consoli Onorari che possano collaborare.

L’Osservatore Adriatico