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Foibe, Mattarella: Il Parlamento ha sanato una ferita profonda

ROMA – “Il Parlamento con decisione largamente condivisa ha contribuito a sanare una ferita profonda nella memoria e nella coscienza nazionale”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato le vittime delle foibe e l’esodo degli italiani giuliano -dalmati nel corso del Giorno del Ricordo, celebrato a Montecitorio. “Per troppo tempo – ha aggiunto il Presidente – le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia”. Il premier Matteo Renzi ha ricordato le vittime delle foibe con un messaggio su Twitter: “Onoriamo il #giornodelricordo per non dimenticare l’orrore delle Foibe e il dramma dell’esodo che toccò a tanti nostri connazionali”.

Alla celebrazione è intervenuta anche il presidente della Camera Laura Boldrini, che ha parlato di  “un debito” italiano verso le vittime e “di una violenza brutale” rispetto alla quale “dobbiamo assumerci la responsabilità di aver negato o teso a oscurare la verità”. Il Giorno del Ricordo è stato istituito nel 2004 per ricordare le oltre diecimila vittime gettate nelle cavità carsiche ai confini orientali del nostro Paese tra il 1943 e il 1945 per ordine del dittatore jugoslavo Tito intenzionato a ‘slavizzare’ territori che erano stati a lungo italiani, come l’Istria e Fiume. Nel suo intervento, Boldrini ha lamentato che questo oblio sia stato dovuto “per calcoli diplomatici o convenienze internazionali”. Quella tragedia, ha detto fra l’altro la presidente della Camera, “è un monito per il passato e per il futuro: contro l’intolleranza, le dittature, le guerre e ogni tendenza a nascondere la verità”. Durante la celebrazione, che si è svolta nella sala della Regina della Camera dei deputati, Mattarella ha consegnato i premi alle scuole vincitrici del concorso nazionale ‘La Grande Guerra e le terre irredente dell’Adriatico orientale nella memoria degli italiani’, promosso dal Miur.

“Prendo in prestito le parole che pronunciò nel 2006 l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: ‘E’ giusto che agli anni del silenzio faccia seguito la solenne affermazione del ricordo’. Non esiste futuro per un Paese che sottovaluta o dimentica il proprio passato: è con questo spirito che oggi parteciperò, alla Camera dei Deputati, alle celebrazioni per ricordare e rinnovare la memoria della tragedia delle foibe e degli esuli”, ha scritto su Facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso.

Insieme al Capo dello Stato e alla presidente della Camera Boldrini ha reso omaggio alle vittime anche il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini. “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”, si legge nel testo della legge istitutiva.

Non sono state solo le più alte cariche dello Stato ad onorare le vittime, ma celebrazioni e convegni si sono tenute in tante parti d’Italia. A Roma una corona di fiori è stata deposta dal sindaco Ignazio Marino all’altare della Patria. “Quello delle foibe è un altro capitolo drammatico della storia del ‘900 e anche questa tragedia orribile e quasi incomprensibile deve essere ricordata e trasmessa ai nostri ragazzi, ai nostri figli e ai nostri nipoti”, ha detto il primo cittadino della Capitale.

Il ricordo degli infoibati e dell’esodo giuliano-dalmata continua però a dividere. Ieri sera momenti di tensione si sono registrati a Trento, davanti al palazzo di Giustizia, in coincidenza con una cerimonia indetta da Fratelli d’Italia per commemorare le vittime delle foibe. Gruppi di anarchici e dei centri sociali si sono scontrati con alcuni militanti di Casapound ma i carabinieri in tenuta antisommossa hanno evitato che la situazione degenerasse.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha commentato il dramma dell’esodo vissuto dalla sua famiglia. “Quello delle foibe è stato un genocidio dimenticato per troppo tempo dalla storia ufficiale – ha detto Lorenzin – . Io che, per le origini di mio padre, questa storia l’ho imparata in casa dai racconti di chi l’ha vissuta so che non ci potrà mai essere un risarcimento materiale che ripaghi per quanto accaduto. Ma dobbiamo restituire alla storia la verità sulle foibe, sulla storia degli italiani dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia”.

“Ricordare la tragedia delle foibe è un dovere per chiunque creda nella memoria come fondamento della nazione” scrive su Twitter Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera.
“Il Giorno del Ricordo riporta alla memoria le immagini e la storia drammatica di molti italiani trucidati nelle foibe o costretti all’esilio, ma è soprattutto l’occasione per riflettere in generale sui crimini contro l’umanità e sulle esigenze di un impegno che deve rinnovarsi giorno dopo giorno – afferma il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. E “le strumentalizzazioni di coloro che voglio piegare il significato di questa giornata alla faziosità non giovano ad una riflessione che dovrebbe essere comune”, aggiunge, riferendosi alle posizioni polemiche assunte da alcuni esponenti politici.

Sulla stessa linea anche Giuliano Pisapia: “Come troppo spesso avviene in Italia il clamore delle polemiche, delle speculazioni elette a contenuto della politica, sovrastano quel composto silenzio che dovrebbe accompagnare una giornata di commemorazione”, ha scritto il sindaco di Milano sul proprio profilo Facebook per rispondere agli attacchi dal centrodestra per la sua mancata presenza alla commemorazione dei martiri delle Foibe.

«La Repubblica», 10/02/15