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Radio Capodistria Trieste Pietra Inciampo

Quindici nuove pietre d’inciampo a Trieste

A Trieste sono state installate 15 nuove pietre d’inciampo e per la prima volta in Italia una è stata dedicata ad un deportato Rom, per iniziativa congiunta dell’Unione Giovani Ebrei Italiani e dell’Unione delle Comunità Romanès in Italia.

Si tratta di Romano Held, musicista di 17 anni deportato a Dachau nel 1944, liberato alla fine della guerra ma comunque deceduto poco dopo a causa delle precarie condizione di salute dovute ai maltrattamenti subiti durante la prigionia. Da notare che solitamente le pietre d’inciampo vengono collocate davanti all’abitazione del deportato, nel caso di Romano invece s’è scelto significativamente di metterla in piazza della Libertà a Trieste dove oggi vengono curate le ferite ai piedi dei migranti in arrivo dalla rotta balcanica.

La prima posa è stata quella in onore dell’insegnante Maura Morpurgo, che è stata collocata di fronte all’istituto Divisione Julia alla presenza delle autorità, tra le quali il rabbino Alexandre Meloni, il sindaco Roberto Dipiazza, il Questore Pietro Ostuni e l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione del Comune di Trieste, all’autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggi e con la partecipazione del Liceo classico linguistico Petrarca.

Questa tipologia di commemorazione è stata ideata dall’artista Gunter Demnig, che ha eseguito personalmente le installazioni, su richiesta dei singoli committenti, dalla Comunità ebraica di Trieste con l’aiuto di diversi studiosi, enti, associazioni ed istituti di ricerca, tra i quali l’Associazione Nazionale Ex Deportati di Trieste ed il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.

Il rabbino Meloni ha dichiarato: “Con queste pietre la volontà di cancellare questi nomi viene combattuta”, ed ha quindi aggiunto “più della guerra, ciò che mi ha fatto paura è stato il dopoguerra, perché se abbiamo avuto il fascismo e il nazismo è perché abbiamo avuto un dopoguerra difficile dopo il primo conflitto mondiale“.

Davide Fifaco
Fonte: Radio Capodistria – 19/01/2023