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October 14th, 2024
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Trieste, il voto di 11mila “rimasti” che fa tremare il Palazzo

Sulla sfida tra aspiranti candidati sindaci pesano le mosse degli italiani residenti in Slovenia e Croazia. Sparsi nel mondo 25mila potenziali elettori.

C’è davvero qualcuno che si farebbe 38 ore di aereo per lasciare il paradiso di Vanuatu, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, e venire a votare alle prossime elezioni comunali di Trieste? Almeno sulla carta qualcuno c’è: sono tre infatti i cittadini italiani residenti nel piccolo Stato dall’altra parte del globo iscritti all’Aire (l’anagrafe per i residenti all’estero) con diritto di voto alle elezioni amministrative triestine. Sono una goccia nel mare (nemmeno la più piccola a dire il vero) degli oltre 25mila italiani a spasso per il mondo che, almeno in teoria, potrebbero confluire alle urne delle comunali.

Va detto che per le amministrative i residenti all’estero non possono votare tramite ambasciata, ma devono andare fisicamente al seggio elettorale nel Comune di appartenenza. Quello, cioè, che hanno indicato come “prescelto” al momento dell’iscrizione all’Aire. Una circostanza che taglia fuori una buona fetta di potenziali elettori, scoraggiati dalle grandi distanze. Ma apre le porte a una grande preoccupazione del centrodestra triestino: i “rimasti”. Parliamo di quegli italiani delle minoranze in Slovenia e Croazia (un “esercito” di oltre 10mila potenziali votanti) che, se davvero venissero a votare, potrebbero determinare in un senso o nell’altro l’esito delle elezioni.
Di recente il capogruppo di Forza Italia Everest Bertoli e l’ex deputato missino Renzo de’ Vidovich avevano lanciato l’allarme. «Già in passato la presidente Serracchiani è andata a far campagna elettorale oltre confine – dicevano – e il Pd ha organizzato bus per portare gli italiani della minoranza a votare». Allora i due avevano richiesto al prefetto di conoscere il dato sui votanti Aire da Slovenia e Croazia alle ultime amministrative. Ma Bertoli lamenta di non aver avuto risposta: «Trovo preoccupante che, nonostante i nostri richiami al prefetto, ancora non si sappia quante persone sono venute a votare alle ultime elezioni. È inaccettabile che il destino di una città venga deciso da chi non vive e paga le tasse in quella città». Risponde la segretaria del Pd regionale Antonella Grim: «Il Pd Fvg non ha mai organizzato attività di questo genere. Quel che posso dire è che penso che dare a qualcuno la possibilità di esercitare un diritto sia positivo. Forse è un ragionamento che sarebbe opportuno fare in sede legislativa».

Giovanni Tomasin, «Il Piccolo», 31 maggio 2016