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October 4th, 2024
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Titini A Fiume

3 maggio 1945, una data nefasta per Fiume

A Fiume – Rijeka è stato appena celebrato il 3 maggio, data in cui nel 1945avvenne la conquista della città da parte jugoslava.

Ma a Fiume quel 3 maggio 1945 dopo la fine del regime fascista e dell’occupazione nazista, ebbe inizio la vera liberazione?

Dal maggio 1945 al maggio 1954 ben 38.000 FIUMANI abbandonarono la città.

La vera democrazia a Fiume – Rijeka, come in tutta la Croazia, è giunta solo con la nascita della Repubblica di Croazia dopo le guerre in ex Jugoslavia (1991-1996).

È passata la celebrazione del 3 maggio a Fiume-Rijeka, ma non si parla mai delle gravi conseguenze causate dal regime di jugoslavo di Tito. È giusto ricordare la liberazione dal nazifascismo, ma sarebbe anche giusto ricordare che il 3 maggio 1945 fu una data funesta per i fiumani,  perché dopo la liberazione dai nazisti gli jugoslavi imposero una nuova dittatura annettendo la città senza indire un referendum, come ho documentato in recente saggio pubblicato su “Fiume. Rivista di studi adriatici”. Dal 4 maggio 1945 al settembre 1945 furono liquidati in vari modi e senza processo oltre 580 fiumani (circa 45 donne). Da quel periodo in poi, iniziò sotto varie forme il grande Esodo da Fiume che coinvolse almeno 38.000 fiumani. Susak, da comune  autonomo con una propria storia, nel 1948 divenne un semplice sobborgo di Fiume.

Marino Micich 
Direttore del Museo Archivio Storico di Fiume (Roma) 

***

“L’antifascismo è uno dai valori fondanti dell’Unione europea. Ma non dobbiamo scordarci che questa stessa Unione ha equiparato nazismo e comunismo. La risoluzione del Parlamento europeo, votata a larghissima maggioranza, evidenzia la necessità di uno sguardo storico comune dell’Europa a ciò che ora la unisce: il rifiuto di ogni totalitarismo.

Il 3 maggio Fiume passò da un totalitarismo ad un altro. Non si può parlare di liberazione se la conseguenza diretta del cambio di potere porta all’uccisione degli autonomisti il giorno dopo l’entrata in città, alle foibe e a un esodo di massa che ha visto la stragrande maggioranza degli abitanti fuggire.

E non raccontiamo menzogne uni agli altri. Molti di quelli che sono rimasti lo hanno fatto perché si sono viste rifiutate le opzioni”

Moreno Vrancich
Presidente dell’Assemblea della Comunità degli Italiani di Fiume