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December 12th, 2024
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Applausi a Fiume per Un calicetto con Suppé

Applausi a Fiume per Un calicetto con Suppé

Grande successo ieri sera a Fiume dello spettacolo “Un calicetto con Suppè”. Gremito di pubblico il salone della feste della Comunità degli Italiani che ha seguito con vero divertimento lo spettacolo di operetta e altre storie messo in scena dall’Associazione Internazione dell’Operetta di Trieste e viene promosso, grazie ad un progetto finanziato dal MIUR, dal nostro CDM.
L’incontro s’inserisce nel fitto programma della CI dedicato al Patrono San Vito iniziato l’8 giugno, che si concluderà al 16. Nella Settimana della Cultura Fiumana, organizzata tradizionalmente dalla Comunità degli Italiani, quest’anno s’inserisce una grande novità: il Primo Incontro Mondiale dei Fiumani voluto dall’Associazione Libero Comune di Fiume che si svolge dal 14 al 16 giugno, in gran parte presso la sede della Comunità degli Italiani. Con un’anticipazione gustosa: questo spettacolo “Un calicetto con Suppé”, omaggio ad un compositori adriatico, Fran von Suppé, spalatino. Italiano di nascita e di cultura, una delle figure artistiche più significative delle nostre terre.
Nome d’arte – come spiega nello spettacolo la narratrice Rossana Poletti – di Francesco Ezechiele Ermenegildo Cav. Di Suppè – Demelli, Suppè nacque a Spalato nel 1819, visse la sua infanzia a Zara per poi trasferirsi a Padova a studiare legge. Nipote di Donizetti, sin da giovanissimo la sua grande passione fu la musica. La sua prima composizione fu eseguita nel 1832 in una chiesa francescana di Zara, ebbe poi una lunga e proficua carriera che lo vedrà a Vienna fondatore dell’operetta viennese, città austriaca nella quale si trasferì giovanissimo alla morte del padre.

L’idea dello spettacolo trae spunto dal fatto che von Suppè abitasse spesso a Trieste dove frequentava abitualmente l’Osteria al Pappagallo, ritrovo degli artisti cittadini. Su questo fatto ci sono aneddoti e testimonianze storiche che il regista Maurizio Soldà, in collaborazione con Andrea Binetti, ha ricostruito per la piece teatrale, attraverso uno studio approfondito della società del tempo, delle consuetudini, dei modi di dire, della politica, della capacità di festeggiare il Carnevale “anche senza fliche in scarsela” e sulla proverbiale allegria dei triestini. Il testo dello spettacolo si sviluppa attorno alla figura, in chiave divertente e popolare, del compositore proponendo brani delle sue operette, selezionate da Andrea Binetti, il tenore che dialoga nello spettacolo con il soprano Marianna Prizzon. Nei duetti e negli assolo hanno strappato al pubblico numerosi applausi. Tra queste le più note, sicuramente Boccaccio, omaggio all’Italia alla quale sentiva profondamente di appartenere, e La bella Galatea, che fu la risposta ironica a La Bella Elena dell’altro grande dell’epoca Jacques Offenbach. A pianoforte Antonella Costantini che interviene nello spettacolo con commenti e frecciatine ai due “innamorati” che devono fare i conti con le rispettive scelte ma anche con il brontolone “paron Toma de Cataro”, proprietario dell’osteria.
Uno spettacolo che funziona restituendo al pubblico l’allegria dell’operetta, in modo colto, cercando di collocarla nel suo tempo, attualizzandola nel momento in cui offre altri spunti di lettura della cultura di un territorio, il nostro.
Rosanna Turcinovich Giuricin

L’Osservatore Adriatico