Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
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Portorose Cartolina Depoca

I primi stabilimenti balneari nella Venezia Giulia

Il fiorire degli stabilimenti balneari nella Venezia Giulia della penisola istriana e dell’area fiumana è strettamente collegata non solo con la nascita dalla metà dell’ottocento del turismo e della Belle époque dell’impero austroungarico ma anche con il progresso della medicina e l’avvio delle terapie che via via andavano a perfezionarsi nella cura delle malattie. Ne consegue che molte realtà già interessate da aree termali in epoca romana e come per l’area di Portorose con l’utilizzo di fanghi. Nel Monastero di San Lorenzo i padri benedettini insediatisi già nel XII secolo si dedicavano alla cura dei malati, utilizzando per i dolori reumatici dei concentrati di acqua marina e fanghi medicamentosi.

Con l’avvicinarsi di pneumologhi e laringoiatri di fama internazionale, tra i quali una commissione della facoltà di Medicina di Vienna guidata dal consigliere aulico dott. Leopold Schrotter von Kristelli, l’Imperatore Francesco Giuseppe promosse il 26 settembre 1892 la richiesta del Comune di Lussinpiccolo ad essere dichiarato “luogo di cura”, dando così avvio alla stagione del turismo, che portò da subito all’insediamento di numerose ville e alberghi nonché dei relativi stabilimenti balneari, che si trasformavano nei periodi invernali in luoghi di turismo terapeutico.

La storia di Portorose sorta inizialmente come località termale si andò a trasformare con gli Asburgo e con l’insediamento di alberghi per dar luogo ad un polo turistico con i suoi stabilimenti balneari che porterà alla fondazione nel 1913 anche di un casinò ai confini della monarchia austro-ungarica, che ha rappresentato ovviamente un momento chiave per la svolta della località balneare.

Alla metà dell’ottocento dopo l’avvio della zona turistica di Portorose anche Pirano divenne di interesse per le vacanze degli austriaci con la costruzione di alberghi e strutture balneari e così anche la vicina cittadina di Isola.
La costruzione nel 1902 della Parenzana, linea ferroviaria a binario singolo che collegava Trieste a Parenzo con tutte le soste intermedie, diede ulteriore stimolo e spinta alle attività turistiche della costa con le gite fuori porta di breve durata e conseguente fruizione degli stabilimenti balneari.
Stabilimenti balneari che in tutte le località turistiche alla sera si trasformavano in luoghi di vita mondana con orchestre e balli. Alla mondana Portorose si aggiunse la cittadina di Abbazia, denominata “la perla della Riviera Adriatica”, le cui innumerevoli immagini pubblicitarie descrivono il mare del turismo, la vita mondana, di spettacolo e di attrazione, diventando meta preferita di villeggiatura dalla fine dell’Ottocento al 1940. Dalla splendida Abbazia, regina delle spiagge e della vacanza elitaria, e la mondana Portorose, l’autore Argio Orell nel 1920 illustrava le bellezze della cittadina rivierasca che “pareva nascere da arcimboldi con
insiemi di frutta e fi ori, sullo sfondo delle case rivolte verso il mare”.

Entrambe le città divennero una sorta di Belle époque nostrana con i fasti di derivato imperiale austro-ungarico con le loro atmosfere déco, dai residui liberty e dai grandi alberghi e stabilimenti balneari. I luoghi di villeggiatura d’eccellenza di tutto quel mondo mitteleuropeo, che trovava in queste terre il più alto senso del frivolo.

Fonte: Il Piccolo – 27/07/2021

Rubrica “Lettori del Piccolo da 140 anni” a cura del Centro di Documentazione Multimediale della Cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata (CDM) e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.