Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
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Prov. Del Carnaro

La provincia italiana del Carnaro

La città di Fiume nel 1900 costituiva un «Corpus Separatum» soggetto all’Ungheria nell’ambito dell’Impero d’Asburgo. Secondo il censimento ufficiale di quell’anno, la popolazione residente nel centro urbano e nei sobborghi di Plasse, Drenova e Cosala (compresi anch’essi nel «Corpus» di cui sopra) ammontava complessivamente a 38.955 anime. Nel censimento del 1910, l’ultimo che si svolse nell’assetto politico sopraindicato, risultò averne 49.806. Dalle successive rilevazioni di diverse istituzioni si hanno i dati seguenti: nel 1918 (censimento del Consiglio nazionale italiano) 46.264 abitanti, nel 1925 (censimento italiano) 45.857, nel 1936 (censimento italiano) 56.249, nel 1940 (Rilevazioni ufficiali della Prefettura italiana di Fiume) 59.332, nel 1945 (Rilevazioni del Comitato popolare cittadino, organo provvisorio di governo amministrativo della città, occupata dall’Armata di liberazione jugoslava) 44.544 al 31 maggio e 47.839 al 30 settembre.

Nel territorio della provincia italiana del Carnaro, costituita nel 1924, si ebbe una popolazione complessiva di 99.941 abitanti. Gli italiani erano 40.433; gli slavi 53.722, quasi equamente suddivisi, a nostro avviso, fra sloveni e croati. Nel capoluogo si registrava, invece, una larga maggioranza italiana: 32.415 italiani e 10.353 croati su 45.857 abitanti.

Censimento del 1924 e suddivisioni in base alla lingua d’uso nella Provincia del Carnaro (1924):

Comuni tratti dalla provincia di Pola :

Apriano, (aggregato ad Abbazia nel 1931) abitanti 2.892 – 489 italiani, 17 sloveni, 2.166 serbocroati.

Castelnuovo d’Istria abitanti 7.259 – 177 italiani, 5.520 sloveni, 1.726 serbocroati.

Clana abitanti 1.235 -108 italiani, 15 sloveni, 1.098 serbocroati.

Elsane abitanti 4.127 – 28 italiani, 3.623 sloveni, 460 serbocroati.

Laurana abitanti 3.648 – 1.634 italiani, 29 sloveni, 1.837 serbocroati.

Matteria abitanti 5.104 – 23 italiani, 3.733 sloveni, 1.325 serbocroati.

Mattuglie abitanti 8.777 – 234 italiani, 66 sloveni, 8.338 serbocroati.

Moschiena abitanti 3.060 – 3.013 italiani, 3 sloveni, 13 serbocroati.

Volosca-Abbazia, abitanti 5.062 – 2.297 italiani, 343 sloveni, 1.081 serbocroati.

Comuni tratti dal distretto di Postumia (la mancanza di dati non ci consente la suddivisione degli slavi fra sloveni e croati anche se tale distretto, oggi facente parte della Repubblica di Slovenia, poteva dirsi anche allora abitato prevalentemente da sloveni):

Castel Iablanizza, abitanti 3.106 – 0 italiani, 2.306 slavi (non suddivisi fra sloveni e croati per indisponibilità di dati).

Fontana del Conte abitanti 3.719 – 5 italiani, 3.710 slavi (idem come sopra).

Primano abitanti 1.547 – 6 italiani, 1.524 slavi (idem come sopra).

Villa del Nevoso abitanti 4.548 – 4 italiani, 4.451 slavi (idem come sopra).

Provincia_del_Carnaro-Stemma

In base a quanto sopra si può affermare che la provincia italiana del Carnaro, escludendo il capoluogo, era abitata, nel 1925, secondo la lingua d’uso, da: 8.018 italiani, 13.334 sloveni, 18.044 serbocroati e 11.991 definibili genericamente come «slavi», mancando a noi ogni dato relativo alla lingua d’uso che tuttavia riteniamo, considerato il territorio di provenienza, che fosse a larga maggioranza lo sloveno. Nel 1940, secondo la Prefettura di Fiume, c’erano nel capoluogo 41.314 italiani, 11.199 «allogeni», 6.933 stranieri e 1.146 individui con cittadinanza dubbia o apolidi.

Dopo l’invasione della Jugoslavia, con l’inserimento nella provincia del Carnaro dei «territori annessi del Fiumano e della Kupa» passarono sotto l’amministrazione italiana comuni in cui la lingua d’uso della maggioranza assoluta degli abitanti era quella croata e dove esigue minoranze italiane erano rilevabili solo a Sussak, Veglia ed Arbe. In tutto 24 comuni di cui riportiamo la denominazione croata seguita da quella italiana: Sussak-Sussa, Crnik Cavle-Zaule, Grobnik-Grobnico, Praputgnac-San Giuseppe, Jelenje-Cervi, Krascica-Villacarsia, Bakar-Buccari, Kastav-Castua, Crni Lug-Bosconero, Cabar-Concanera, Draga-Valle, Osilnica-Vallombrosa del Carnaro, Plesce-Plezze, Gerovo-Gerovo, Prezid-Vallogiulio, Trava-Pratalto, Aleksandrovo-Ponte  Baska-Besca, Dobrinj-Feliciano, Dubasnica-Roveredo, Krk-Veglia, Omisalj-Castelmuschio, Vrbenik-Verbenico, Rab-Arbe. Complessivamente, oltre 90.000 slavi, in prevalenza croati, che aggiunti agli altri 60.000 circa (definiti anche allogeni) esistenti sia nella vecchia provincia (dati del 1924) e sia nel capoluogo (dati del 1940) farebbero un totale di circa 150.000.

Tra il giugno del 1940 (entrata in guerra dell’Italia) e il maggio del 1945 (insediamento del Comitato popolare di liberazione), stando alle rilevazioni sopra ricordate, la popolazione del capoluogo avrebbe avuto un calo di circa 15.000 unità e pur essendosi verificato un recupero di circa 3.300 unità (dovuto prevalentemente a rientri da prigionia o dal servizio militare in Italia e altrove) tra maggio e settembre dello stesso anno, si può affermare che si ebbe un calo definitivo della popolazione pari almeno al 22% e tale percentuale riteniamo abbia inciso prevalentemente sulla presenza italiana a Fiume riducendola di circa 7.000 unità. Tra il 1946 e il 1950, stando alle stime dell’Opera per l’assistenza profughi in Italia, più di 25.000 italiani lasciarono la città. In anni diversi e imprecisati, prima del 1943 e dopo il 1950, altre 6.000 persone circa se ne andarono. Le stime di cui sopra, estremamente prudenziali, dimostrerebbero una realtà, quella dell’esodo massiccio e spontaneo degli italiani da Fiume, che attende d’essere ancora oggi accuratamente studiata avvalendosi dei dati custoditi nell’archivio storico dell’anagrafe comunale della odierna città. Tale realtà è stata soggetta in epoche diverse a sopravvalutazioni e riduzioni improprie, determinate dalle suggestioni della passione politica, ma la sua reale dimensione, nell’attesa di più puntuali verifiche, ci sembra ragionevolmente molto vicina, salvo errori ed omissioni, almeno all’86% degli italiani presenti a tutto il 1940 nella vecchia Provincia del Carnaro così come questa era stata territorialmente delimitata nel 1925.

Abbiamo motivo di ritenere che si ebbe a registrare anche un movimento migratorio, di slavi o di quanti venivano definiti «alloglotti», tra il 1943 e il 1945, ma su tale fenomeno non abbiamo a disposizione alcuna indicazione attendibile.

L’attuale città di Fiume, oggi denominata Rijeka nell’ambito della Repubblica di Croazia, è inserita nella Contea litoranea-montana. Unita alla città di Sussak contava, nel 1991 , 167.964 abitanti. Nel 1963 ne contava, sempre con Sussak 102.000 e da sola 87.000.

Gli iscritti alle Comunità degli italiani sorte in comuni della ex provincia italiana del Carnaro erano, a tutto il 19967: 4.697 a Fiume, 590 ad Abbazia e 209 a Laurana.

di Amleto Ballarini

 

Tratto da Amleto Ballarini – Giovanni Stelli – Marino Micich – Emiliano Loria, Le foibe, l’esodo, la memoria. Venezia Giulia Fiume Dalmazia, Associazione per la Cultura Fiumana Istriana Dalmata nel Lazio, Roma 2015.