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Zagabria entrerà in Schengen nel 2015

TRIESTE – Europee difficili per il premier croato Zoran Milanovic e per il suo Partito socialdemocratico (Sdp). Permier che potrebbe anche vedersi sfilare la poltrona di primo ministro se la sentenza delle urne fosse una sconfitta (peraltro annunciata nei sondaggi). Caduta dovuta a una politica di austerity estremamente pesante e non digerita affatto dalla popolazione, da strani affari di sospetta corruzione nel governo (leggi vicenda del ministro delle Finanze Linic) e dalle lacerazioni interne alla stessa Sdp. E così Milanovi„ si gioca la carta Schengen. La Croazia, membro dell’Ue da dieci mesi, deve essere pronta già nell’estate del 2015 ad adempiere a tutti i criteri per fare domanda di ingresso nella zona Schengen di libera circolazione delle persone. Lo ha annunciato proprio lui, Zoran Milanovic, facendo coincidere l’auspicio con la campagna per le elezioni europee. Milanovic ha promesso che sarà lui personalmente a sorvegliare che tutto il processo di adeguamento della Croazia alle norme di Schengen proceda senza intoppi. A questo scopo il governo di Zagabria ha approvato un decreto che regola l’organizzazione e il funzionamento dei valichi di confine croati che in futuro, con l’ingresso del Paese nella zona Schengen, saranno i confini esterni dell’Ue, con Serbia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro, come anche dei porti e degli aeroporti. Il decreto afferma che i cosiddetti «scali di maggiore importanza», siano gli aeroporti di Zagabria, Spalato e Dubrovnik.

Per quanto riguarda invece i valichi stradali quelli principali saranno Macelj, Bregana, Kaštel, Bajakovo, Slavonski Brod, Plovanija, Stara Gradiška, Nova Sela e Karasovici. Sul mare per il traffico navale capeggiano invece Fiume, Spalato e Dubrovnik. La Croazia per l’adeguamento ai criteri Schengen ha a disposizione dai fondi europei 120 milioni di euro. Fondi europei che non sempre vengono investiti con “intelligenza” e con rispetto del contribuente. È il caso proprio di un confine, quello di So›erga tra Slovenia e Croazia. Inaugurato da pochi giorni è costato la bellezza di 5,7 milioni di euro, la gran parte attinti dalle casse di Bruxelles. Oggi è confine sterno di Schengen, tra due anni con l’ingresso della Croazia nell’area “senza confini” sarà rottamato. Insomma un investimento di quasi 6 milioni di euro per soli due anni. Il minimo e storcere la bocca. La Slovenia difende la scelta affermando che il valico andava assolutamente ristrutturato (è interessato da anni da un’enorme movimento franoso) anche per garantire buone condizioni di lavoro agli agenti di polizia. Il ministero degli Interni di Lubiana spiega che i locali appena costruiti potranno essere riutilizzati, la momento dell’ingresso della Croazia in Schengen, come info point turistico, o dati alla comunità locale. Comunque vada 5,7 milioni di euro per un info point ci sembrano decisamente un po’ troppi.

Mauro Manzin, «Il Piccolo», 12/05/14