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April 19th, 2024
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E Allora Le Foibe

Imprecisioni e attacchi politici in “E allora le foibe?”

Fin dal titolo provocatorio “E allora le foibe?” il nuovo pamphlet di Eric Gobetti ha destato scalpore nel mondo degli esuli istriani, fiumani e dalmati. La breve lettura, densa però di imprecisioni storiche e politiche,  benché l’editore sia l’autorevole Laterza, risulta essere una nuova presa di posizione giustificazionista, condita da un fatalismo che ferisce chi quelle vicende le ha vissute o ne ha memoria in famiglia.

Ancora una volta, come nella peggiore storiografia finalizzata a ridurre le foibe ad una reazione alle vessazioni fasciste, la narrazione inizia dall’incendio del Balkan, senza alcun riferimento alle tensioni tra italiani e slavi fomentate dall’Impero austro-ungarico nei suoi ultimi anni di esistenza, né all’uccisione dei marinai italiani a Spalato come episodio scatenante i tumulti che avrebbero portato poi all’assedio del Balkan. L’autore invita a “comprendere” le foibe istriane del ‘43 come una reazione alle discriminazioni del ventennio fascista ed alle repressioni compiute dal Regio Esercito durante l’occupazione della Jugoslavia. Si sarebbe trattato di inevitabili massacri nella logica della guerra e la foiba stessa viene superficialmente presentata come un luogo di sepoltura e non come abisso in cui le vittime venivano precipitate molto spesso ancora vive, ignorando testimonianze e ricostruzioni delle vicende oramai ufficialmente assodate.

L’Esodo viene poi diluito nel mare magnum degli spostamenti coatti di popolazioni avvenuti al termine della Seconda Guerra Mondiale, senza coglierne le caratteristiche specifiche, trattando con una leggerezza imbarazzante le condizioni dei Centri Raccolta Profughi ed inesistenti appaiono i riferimenti ai beni degli esuli con cui lo Stato italiano pagò le riparazioni di guerra alla Jugoslavia. Ampi e faziosi risultano, invece, i riferimenti all’attualità politica, tesi a presentare il Giorno del Ricordo come una ricorrenza delle destre, dimenticando che lo Stato definito “ancora espressamente antifascista”, è anche uno Stato democratico che ha riconosciuto ufficialmente con la Legge 92/2004 “i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata”. I giudizi inauditi di critica cinematografica sul film “Rosso Istria” che “sembra un prodotto della propaganda nazista” risultano tesi solo a riscattare una certa “vulgata resistenziale” e a incensare la lotta partigiana di Tito, a fianco delle cui statue l’autore ama farsi fotografare. Gobetti inoltre attribuisce al Senatore Maurizio Gasparri, il cui impegno politico a favore degli esuli è sempre stato coerente, significativo, nonché consapevole e bene informato, dichiarazioni piene di grossolane imprecisioni, che ovviamente non sono mai state rilasciate, come facilmente dimostrabile. Gli strali di Gobetti probabilmente dipendono dall’impegno profuso da Gasparri per la diffusione della conoscenza della tragedia delle foibe e dell’esodo e dalla sensibilità dimostrata per le istanze della diaspora adriatica fin dagli inizi della sua carriera politica e non solo a ridosso del Giorno del Ricordo.

Esprimo dunque solidarietà e sostegno al Senatore Gasparri, ingiustamente e scorrettamente citato, e al popolo dell’esodo giuliano-dalmata, oltraggiato e ferito ancora una volta.

 

Donatella Schürzel
Vicepresidente nazionale Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Presidente del Comitato provinciale di Roma dell’A.N.V.G.D.