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April 25th, 2024
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Giustificazionismo contro Norma Cossetto

Schürzel (Anvgd), “sbalorditi da esternazioni su Cossetto di consiglieri Pomezia”

“Una notizia sconcertante. A Pomezia Diversi consiglieri M5s e Pd hanno bocciato la proposta per intitolare il giardino di via Farina a Norma Cossetto. Ma la cosa grave è che, al di là del fatto che si sarebbe potuto trovare un altro luogo se quello è considerato non idoneo, decisamente fuori luogo sono state le dichiarazioni di alcuni consiglieri che dimostrano effettiva ignoranza storica dei fatti. Alcuni hanno fatto un distinguo tra martiri e morti, che diventano così automaticamente di serie a e di serie b, adducendo, di fatto, una motivazione ideologica a questa decisione”. Lo dice all’Adnkronos Donatella Schürzel, presidente del Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) e vice Presidente vicario nazionale.

“Triste che – aggiunge – delle diverse donne presenti quasi nessuna abbia parlato in nome delle donne, o chi ha preso la parola lo abbia fatto con indifferenza, dando spazio solo ad argomentazioni di tipo amministrativo e ad improbabili idee di consultazione della cittadinanza. Non si può accettare la teoria avanzata secondo cui, siccome Norma Cossetto era la figlia del podestà, era altresì prevedibile che avesse la sorte terrificante che le è stata inflitta, come agli altri 12.000 scomparsi. Lasciano davvero sbalorditi certe esternazioni, non si può giustificare quello che ha passato la Cossetto che, ricordo a tutti, non faceva politica, ma studiava a Padova per laurearsi. Di bassissimo livello davvero il linguaggio utilizzato”.

“Conosco benissimo Pomezia – aggiunge – i suoi abitanti, ho fatto l’insegnante di liceo lì per anni, e posso affermare che i cittadini si sono sempre distinti, anche quest’anno, per l’adesione e la partecipazione nei confronti della tragedia delle Foibe, di una delle pagine più buie della nostra storia. Dispiace che una città civile come Pomezia, a cui sono molto legata, abbia in consiglio comunale gente, che, ignorando la legge 92 dello Stato italiano, porti avanti le cose in questo modo” conclude.

Fonte: Adnkronos

 

Il Comitato 10 Febbraio esprime sdegno per dichiarazioni giustificazioniste contro Norma Cossetto.

Durante il consiglio comunale di Pomezia (Roma), che si è svolto qualche giorno addietro, è stata discussa una proposta, primo firmatario il consigliere comunale Fabio Fucci, per intitolare il giardino di via Farina a Norma Cossetto. Un pezzo di città abbandonato nel degrado e luogo di spaccio di droga, che potrebbe essere acquisito al patrimonio comunale ed essere riqualificato.

Sulla vicenda interviene il Comitato 10 Febbraio, che stigmatizza alcune dichiarazioni dal contenuto inaccettabile.

“Purtroppo – commenta il presidente del Comitato 10 Febbraio, Emanuele Merlino –  durante la riunione abbiamo ascoltato degli interventi i cui contenuti riteniamo assolutamente inaccettabili.

Desta sorpresa e preoccupazione – prosegue Merlino – ascoltare nel 2021 dichiarazioni riduzioniste e giustificazioniste sul dramma delle foibe e sulla tragica morte di Norma Cossetto. A forza di giustificare le violenze subite da lei e dagli italiani d’Istria, prima o poi qualcuno dirà che Norma meritava di finire uccisa in maniera barbara.

Anche a Reggio Emilia hanno messo in campo le stesse tesi, ma sono usciti sonoramente sconfitti perché la verità è nei libri di storia e nei documenti della Presidenza della Repubblica che attestano Norma Cossetto meritevole di quella Medaglia d’Oro al Merito Civile quale “…luminosa testimonianza di coraggio e amor patrio”, che le dovrebbe garantire l’intitolazione di un luogo pubblico in ogni città, come tantissime città stanno meritoriamente facendo.

Auspichiamo che il consiglio comunale di Pomezia – conclude Merlino – possa tornare sull’argomento e deliberi al più presto di dedicare a Norma un luogo pubblico e ne racconti il sacrificio tra i giovani.”

 

Intervento di Marino Micich, Direttore del Museo Archivio Storico di Fiume al quartiere Giuliano-dalmata di Roma. 

A Roma esistono su iniziativa della Società di Studi Fiumani  e del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, sin dal 2015, via Norma Cossetto, via Stefano Petris, così come via Riccardo Gigante, via Icilio Bacci (Senatori del Regno d’Italia) e via fratelli Luxardo. Tutte persone uccise senza processo è senza possibilità di difendersi legate da un solo filo, quello tricolore. Sono nostri connazionali che hanno vissuto sotto il regime fascista come altri milioni di italiani.

Tra questi sunnominati alcuni avevano aderito al fascismo, vedi Gigante, ma non avevano commesso nessun crimine e sono stato assassinati perché simbolo di italianità dai nazionalcomunisti jugoslavi, con la complicità dei nostri comunisti italiani che sognavano di portare dopo il 1945 la dittatura comunista con l ‘aiuto di Tito in Italia. Anche Napolitano o Natta avevano aderito a varie organizzazioni fasciste e non sono stati eliminati anzi sono diventati capi del PCI.

Oltre 12.000 italiani sono rimasti vittima del regime comunista jugoslavo che approfittando del fascismo ormai sconfitto, hanno autolegittimato la conquista delle terre istriane fiumane e dalmate (Zara soprattutto) con la scusa del fascismo. Dal 1945 fino al 1958 gli jugoslavi comunisti hanno perseguitato con ogni tipo di violenza possibile il gruppo etnico italiano, uccidendo imprigionando, cacciando via la gente con la presa in giro dell’opzione. Si sono fermati solo intorno al 1960 dopo aver sradicato quasi completamente la componente italiana.

Sono  sono scomparse nelle foibe certamente persone compromesse col fascismo ma anche e soprattutto liberali, azionisti, popolari , socialisti democratici, sacerdoti, insegnanti, maestri,  imprenditori e donne solo perché madri o figlie di ufficiali dell’esercito o di qualche podestà.

Questo va ribadito a quei consiglieri comunali di Pomezia e di tutta Italia, ignoranti della storia e che tengono in spregio il Giorno del Ricordo e il popolo Giuliano-dalmata vera vittima dei calcoli politici ancora oggi. Ci vogliono tutti morti questa gente o quantomeno vogliono scaraventare i giuliano-dalmati nuovamente nell’oblio.