La complessità della storia del confine orientale
Con riferimento all’articolo “La storia riscritta in silenzio” comparso a firma di Simonetta Fiori nell’edizione di martedì 6 luglio di “Repubblica”, la Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati intende effettuare alcune precisazioni.
Innanzitutto duole constatare che la storia del confine orientale viene interpretata sempre nell’ambito del fascismo e dell’attacco politico alla destra, dimenticando secoli di presenza, storia, cultura e tradizione italiana sulle coste dell’Adriatico orientale, nonché l’adesione al Risorgimento di classi dirigenti e volontari autoctoni. Risulta necessario distinguere la lettura ideologica e politica che ha...
Sognando la libertà
Gabriella Chmet recupera le sue memorie di adolescente cresciuta nella Jugoslavia di Tito, tracciando un affresco spietato e ironico di una nazione che non esiste più e del suo dio-padrone
Non era certo la (presunta) mancanza di sapori tra i barattolini dello yogurt, come dichiarò in un’occasione l’ex presidente croata Kolinda Grabar Kitarović, a rendere insipida e amara la vita nella Repubblica socialista federale di Jugoslavia. Ne sanno qualcosa i familiari delle migliaia di persone scomparse nel nulla, le centinaia di migliaia di esuli giuliano-dalmati costretti a lasciare ogni cosa per mettersi in salvo, i tanti perseguiti (e internati) politici, o quanti scappati...
L’indipendenza slovena significò anche la fine di una dittatura comunista
I carri armati jugoslavi che se ne vanno e le bandiere con la stella rossa che vengono ammainate sono scene che portano alla memoria non solo l’indipendenza della Slovenia, di cui in questi giorni ricorre il trentennale, ma anche le giornate che vissero triestini, goriziani e polesani il 12 giugno 1945, quando terminò l’occupazione delle forze partigiane di Tito.
Lunghe sarebbero ancora state le vicende del confine orientale prima che almeno Gorizia e Trieste rientrassero a tutti gli effetti nei confini della Repubblica italiana, mentre Pola stessa, il resto dell’Istria, Fiume e Zara continuarono a patire la persecuzione dell’italianità e la stretta liberticida del consolidarsi...
Slovenia e Croazia litigano ancora per l’Istria
Guerre dell'ex Jugoslavia, 30 anni dopo: Lubiana reclama un corridoio di accesso alle acque internazionali, Zagabria non accetta la sentenza di arbitrato
Trent’anni fa, il 25 giugno 1991, iniziò il decennio delle guerre in Jugoslavia. Slovenia e Croazia si dichiararono indipendenti, ma il presidente fasciocomunista della Serbia Slobodan Milosevic non accettò lo smembramento dell’ex dittatura di Tito, morto dieci anni prima.
Il conflitto con la Slovenia si risolse in dieci giorni con qualche decina di morti. La guerra serbo-croata invece durò quattro anni, coinvolse la Bosnia e fu sanguinosissima: quasi centomila morti.
Nel 1999, infine, l’appendice del Kosovo: per liberare la...
Le origini del Patto Balcanico del 1953
La Jugoslavia ha sempre segnato un unicum tra i Paesi satellite dell’Unione Sovietica. Lo Stato balcanico, a differenza degli altri, sin da subito ha cercato di trovare una propria determinazione sotto la forte spinta di Tito, anche mettendosi in competizione con Mosca. Il modello jugoslavo era considerato pericoloso e addirittura, sotto alcuni aspetti, non pienamente socialista. D’altro canto, i sovietici erano visti come soverchiatori. Ciò che segnò una rottura profonda tra i due Paesi fu il rifiuto di Belgrado per la costruzione di una federazione con la Bulgaria. A seguito di numerosi moniti posti da Stalin, il 28 giugno 1948 il Partito Comunista Jugoslavo (PCJ) venne espulso...
Massacri titini: nessuno ricorda Prozor
Prozor è il crimine di guerra più efferato di cui furono vittime militari italiani prima dell’armistizio dell’Otto settembre; soldati semplici, ufficiali, feriti e mutilati, disamati, arresisi dopo aver fatto il proprio dovere, assassinati dai partigiani comunisti sino all’ultimo uomo, senza pietà alcuna né rispetto per le consuetudini di guerra e le leggi internazionali, di cui il Regno di Jugoslavia era firmatario.
La 154ª Divisione di fanteria di occupazione Murge era stata costituita il 1º dicembre 1941; inquadrata nel VI Corpo d’Armata del Regio Esercito italiano comprendeva il 259º e il 260º Reggimento fanteria Murge ed il 154º Reggimento artiglieria Murge....
Lussino, la guerra dell’isola dei Marò
Il 20 aprile 1945 le isole di Cherso e Lussino, nell'Alto Adriatico, furono invase dai partigiani di Tito scesi dal navi da sbarco britanniche. Sull'isola di Lussino era presente un piccolo contingente della Divisione "Decima" a scopo di presidio. Due giorni più tardi saranno trucidati ad Ossero e interrati in una fossa comune. Nel 2019 i loro resti sono stati riesumati e traslati nel Sacrario Militare dei Caduti d'Oltremare di Bari in attesa che la scienza restituisca un nome ai loro resti.
Ripercorriamo le drammatiche vicende che interessarono l'isola di Lussino dal 1941 al 1945.
L'articolo continua qui: http://www.laverita.info/maro-italiani-2650513034.html
di Edoardo Frittoli...
Il processo sulle foibe fu bloccato
Sergio Dini, ex capo della procura militare di Padova: «Avevamo individuato i responsabili ma l’inchiesta fu trasferita dalla Cassazione e sparì. Il comandante del campo di concentramento di Borovnica? Prese la pensione italiana fino alla morte»
di Andrea Pasqualetti - Il Corriere della Sera - 11/02/2021
Fonte: Storia In Rete
Dottor Sergio Dini, quando era procuratore militare di Padova lei indagò sulle foibe. Erano i primi anni Duemila. Cosa scoprì?
«Innanzitutto avevamo individuato il comandante dei partigiani sloveni del IX Corpus, il reparto partigiano dell’esercito di Tito che fra maggio e giugno del 1945 aveva occupato Gorizia disponendo l’arresto e l’uccisione...
Goli Otok, il lager di Tito
ome ormai tutti sappiamo quest’anno ricorre il centenario della nascita del Partito Comunista d’Italia. I comunisti in generale, quelli italiani in particolare si sono sempre elevati al rango di unici custodi della VERITA’. Gli intellettuali di sinistra hanno sempre maledetto qualsiasi forma di ” revisionismo storico”, non considerando che la conoscenza della storia è sempre in movimento, perché possono emergere fatti nuovi, o poco conosciuti, vengono aperti archivi, desegretati documenti e tanto altro. Come ebbe modo di scrivere il giornalista Pansa: “Forse bisognerebbe ricordare a tutti quei “professoroni” che vi fu sempre un “negazionismo trinariciuto”, ben più...
Quanti preti e suore finirono nelle foibe?
Padre Antonio Curcio, parroco di Bencovazzo (Dalmazia), don Angelo Tarticchio, parroco di Villa di Rovigno, don Giovanni Manzoni, parroco di Rava (Sebenico), don Ladislao Piscani, vicario di Circhina (Go), don Miroslavo Bullesich, parroco di Mompaderno e vice direttore del Seminario di Pisino, sei suore scomparse da un convento di Fiume e 76 religiosi di cui non si è saputo più nulla, padre Francesco Bonifacio e don Miro Bulesic, uccisi entrambi in “odium fidei” sono alcuni dei numerosi sacerdoti e suore che, dal 1943 al 1948, persero la vita gettati nelle foibe insieme ad un imprecisato numero di persone, colpevoli di essere italiane.
C’è chi dice che gli infoibati siano stati...